Jainismo
Il percorso è introdotto dalla definizione di Jainismo tratta dall'Enciclopedia Treccani ed è quindi arricchito da due scritti di Carlo Della Casa riferiti alla religione sorta in India in epoca coeva al Buddhismo; due link a gallerie di immagini e video (in lingua inglese) presentano gli elementi iconografici legati al culto e un testo di Massimo Leone conclude il percorso.
Carlo Della Casa - Ahiṃsā: significato e ambito originari della non violenza
Presentato alla Second World Sanskrit Conference nel 1975 e pubblicato sulla rivista Indologica Taurinensia, l'articolo di Carlo Della Casa approfondisce la storia dell'ahiṃsā, la non violenza, in ambito indiano, con significativi riferimenti all'evoluzione del concetto nel jainismo.
«L’ahiṃsā è precetto comune a tutte le religioni indiane e sebbene nell’India non tutti pratichino o abbiano praticato la non violenza, non si troverebbe chi, almeno a parole, non si vanti di rispettarla o esiti a propugnarla.
Vari sono, nel corso della storia, i contenuti che il vocabolo ha espresso».
Continua a leggere in formato pdf l'articolo di Carlo Della Casa, Ahiṃsā: significato e ambito originari della non violenza.
Oggetti della tradizione jainista - Victoria & Albert Museum Collection online
La vastissima collezione del Victoria & Albert Museum di Londra conserva una raccolta di oggetti, libri e immagini della tradizione jainista indiana. Il museo londinese ha anche messo a confronto alcuni cittadini londinesi di origine indiana appartenenti alla comunità jainista con gli oggetti della propria collezione.
Scopri la collezione jaina del V&A
Lingua: inglese
Peaceful Conquerors: Jain Manuscript Painting - MET Museum
Il MET Museum di New York ha ospitato l'esposizione Peaceful Conquerors: Jain Manuscripts Painting tra il 2009 e il 2010, così descritta:
L'arte libraria nell'India medievale è connessa in maniera molto stretta alla comunità religiosa jainista, e vi sono manoscritti illustrati su fogli di palma risalenti al decimo secolo, mentre quelli su carta apparvero dal dodicesimo, quando la carta fu introdotta dall'Iran. L'uso della carta permise composizioni più ampie e una superiore varietà di bordi ed espedienti decorativi. Ciononostante la forma dei libri rimase la stessa adottata in precedenza. Dalla fine del quattordicesimo secolo, si producevano lussuosi manoscritti, ornati brillantemente con oro, argento, cremisi, e prezioso blu ricavato da lapislazzuli importati. I patroni di questi lavori erano soprattutto Svetambara, che ritenevano un'attività di grande importanza per acquistare meriti il commissionare libri illustrati donati alle biblioteche dei templi jainisti. Una selezione di questi superbi manoscritti saranno mostrati, insieme a sculture in bronzo di Jina e tessuti dipinti cerimoniali
Il curatore dell'esposizione, John Guy, nel presentare la mostra riflette sulla creazione di immagini per i manoscritti jainisti
Segui l'intervento di John Guy al MET Museum
Lingua: inglese
Massimo Leone - Digiunare. Istruzioni per l'uso. La mistica dell'inedia nel Gianismo da Mangiare
Uno degli aspetti più delicati dell'esperienza religiosa dei monaci jainisti riguarda il digiuno fino all'inedia. Massimo Leone ha pubblicato un articolo riferito all'argomento sulla rivista online dell'Associazione Italiana Studi Semiotici (AISS), Indagini Semiotiche
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