Mussulmani buoni e mussulmani cattivi
David Brophy: Mussulmani buoni e mussulmani cattivi nel Xinjiang
Presentiamo qui il secondo articolo della serie sul Xinjiang, pubblicato originariamente il 9 luglio 2019 su Made in China Journal con il titolo “Good and Bad Muslims in Xinjiang” e quindi pubblicato in italiano su Dinamopress lo scorso 11 gennaio per la traduzione di GioGo.
Una vasta rete di campi d’internamento pronti per chi abbia dato il minimo segno di “estremismo”, dove, stando ad alcuni ex-detenuti, i mussulmani sono spinti ad abiurare. Chiusura e demolizione di moschee e occhiuta sorveglianza di quelle ancora aperte. Restrizioni severe all’osservanza del ramadan, sufficienti a dissuadere i fedeli più tiepidi. Sono alcuni dei capi d’accusa rivolti contro il repulisti antislamico della Repubblica Popolare di Cina, che secondo alcuni attivisti costituirebbe una vera e propria messa al bando della religione islamica. Le autorità si sono indignate e si sono stupite, rispondendo che stanno solo applicando le norme internazionali per la repressione del terrorismo e della radicalizzazione.
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